Dicembre: o lo si ama o lo si odia
Di certo, non si può essere indifferente all'ultimo mese dell'anno. Come passeggiare per le strade della città senza restare affascinati dalle lucine scintillanti o dagli addobbi natalizi di case e negozi? Come si fa ad andare a fare la spesa e far finta di niente davanti gli scaffali colmi di pandori e panettoni, cioccolatini e torroni? Insomma, credo che lo spirito natalizio irrompa in ognuno di noi senza chiedere il permesso; sta a noi, appunto, scegliere poi come viverlo.
Personalmente, l'ho sempre adorato e aspettato con entusiasmo, fin da quando ero bambina. Un periodo magico, di giochi e letterine da scrivere, di recite e di tempo passato in famiglia. Questo è il periodo dell'anno in cui ricordo la mia infanzia, la cena e il pranzo di Natale riuniti intorno ad un tavolo, le tombolate, l'attesa della mezzanotte per scartare i regali. Poi, sono iniziati i primi fidanzamenti, i turni di lavoro sempre più rigidi, i nonni che non sopportano più la confusione. E così pian piano quella tradizione che tanto amavo è sfumata via col tempo. Per fortuna ci sono loro, i miei bambini. Grazie a loro rivivo quei momenti ormai lontani e penso a quanto sono fortunati. Loro desiderano, credono e si stupiscono ancora.
Concludo con una citazione di Erma Bombeck:
"Non c'è niente di più triste che svegliarsi la mattina di Natale e scoprire di non essere un bambino."
Buon Natale, amici.