Non è facile innamorarsi di un posto, per chi, come me, difficilmente riesce a sentirsi “a casa”. Non è facile ambientarsi, trovare un altro stile di vita, un altro modo di pensare. Sono sempre in Italia, è vero, ma tra Nord e Sud, soprattutto oggigiorno, il divario cresce a vista d’occhio.
Ti ritrovi a pranzare alle 14 anziché timbrare il cartellino, a farti offrire caffè da chi hai visto una sola volta, ad incontrare gente che sembra abbia tutto il suo tempo da dedicarti, perché mentre ti parla, non guarda l’orologio e non ti dice mai “ora devo scappare”. Questa lentezza per chi, come noi, è abituato sempre a correre, a volte infastidisce ed è incomprensibile. Quanto meno all’inizio. Poi, inevitabilmente, finisci con L’ esserne travolto. Vi ricordate la frase del film “quando si arriva al Sud, si piange due volte”? È veramente così. Ecco perché quest’anno, ho scelto nuovamente il Sud e nuovamente Vieste, per la seconda volta. Ho scelto quei pomodorini Rossi, succosi e dolcissimi, che a Torino se li sognano. Il mare blu, che finisce dove inizia il cielo, il faro, la città vecchia.
Le persone dal sorriso contagioso, il contadino che ti invita ad assaggiare ciò che ha piantato con le sue stesse mani. Ho scelto un posto lontano da casa ma non ne ho mai sentito la mancanza. Vieste, però, sono sicura che mi mancherà.